LE ORIGINI
Pare che la coltura dell’asparago abbia avuto origine nella valle dell’Eden
(Mesopotamia), diffondendosi quindi nell’antico Egitto e in Asia Minore oltre 2000 anni fa, e successivamente in tutto il
Mediterraneo.
I Romani già dal 200 a.C. nei loro manuali citavano l’asparago, e ne esponevano minuziosamente la coltivazione.
L’asparago fu appunto citato da Teofrasto, Catone, Plinio e Apicio; in particolare questi ultimi due ne descrissero
accuratamente non solo il metodo di coltivazione, ma anche quello di preparazione. Sulle tavole degli imperatori romani
gli asparagi erano spesso presenti, sembra che avessero fatto costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere,
navi chiamate appunto “asparagus”. Il termine asparago deriva dal latino asparagus, che significa germoglio.
I Romani diedero questo nome alla pianta dell’asparago per due motivi: in primo luogo perché la parte commestibile è
soltanto quella apicale del germoglio, secondo perché si riteneva che l’asparago possedesse delle benefiche proprietà
curative in grado di rigenerare il corpo umano e ridargli nuova linfa.
Dal XV secolo è iniziata la coltivazione in Francia, per poi giungere nel XVI secolo all’apice della popolarità anche
in Inghilterra, solo successivamente fu introdotto in Nord America e prevalentemente per usi officinali.
In Veneto l’origine sembra risalire alla conquista da parte dei Romani delle terre venete, arrivando ai giorni nostri
grazie alle amorevoli tradizioni perpetuate nei monasteri.
In origine, l’asparago veniva raccolto verde, già spuntato da terra, mentre la raccolta del turione bianco, prima
cioè del suo affioramento, sembra diffusa solamente dal XVIII secolo, e in particolar modo, nel Nordest: Bassano del
Grappa, Rivoli Veronese, Cologna Veneta, Morgano e Badoere, Tavagnacco… le produzioni locali di qualità nelle aree
indicate non possono competere con l’immissione nel mercato delle enormi quantità vivaistiche di anonimi asparagi
prodotti in zone economicamente più avvantaggiate, ma le irripetibili condizioni di habitat che rendono possibile la
coltivazione di prodotti come l’Asparago di Badoere I.G.P. incontrano sempre più le attenzioni di una clientela
qualitativamente attenta e gastronomicamente preparata.
La coltivazione specializzata della pianta, comunque, è però piuttosto recente, essendosi sviluppata dopo l’ultimo
conflitto mondiale, in concomitanza con la trasformazione delle mezzadrie e con l’abbandono degli allevamenti del baco
da seta che ha reso disponibile, nella stagione primaverile (periodo nel quale, precedentemente, l’allevamento del
baco richiedeva un impegno notevole), una manodopera che diversamente non avrebbe trovato impiego.
Dal punto di vista documentale sono innumerevoli le fonti che annoverano l'”Asparago di Badoere” come una
delle produzioni locali più pregiate del Veneto.
Vale la pena altresì ricordare che l’importanza di Badoere nella produzione degli asparagi, spinse l’amministrazione
comunale di Morgano ad organizzare, fin dal 1968, la “Mostra Provinciale dell’Asparago”, tradizione che si tramanda
ancor oggi il I° maggio di ogni anno.